Recensione – The Elder Scrolls IV: Oblivion (2006)
Titolo: The Elder Scrolls IV: Oblivion
Sviluppatore: Bethesda Game Studios
Editore: 2K Games / Bethesda Softworks
Data di uscita: 20 marzo 2006 (PC, Xbox 360), 2007 (PS3)
Genere: RPG Open World
Modalità di gioco: Single Player
Introduzione
Nel 2006, Bethesda Game Studios ha alzato l'asticella degli RPG occidentali con The Elder Scrolls IV: Oblivion, successore del celebrato Morrowind. Pubblicato in un'epoca in cui le console di nuova generazione stavano facendo capolino (Xbox 360 era appena arrivata), Oblivion incarnava una visione ambiziosa: creare un mondo fantasy credibile, aperto, dinamico e profondamente immersivo. Ma, a distanza di anni, come regge davvero questo colosso videoludico?
Trama e Ambientazione
Ambientato nella provincia imperiale di Cyrodiil, Oblivion ci catapulta in un mondo fantasy sull'orlo del collasso. Con l'Imperatore Uriel Septim assassinato e i portali verso l'inferno dimensionale di Oblivion che si spalancano, il giocatore si ritrova coinvolto in una crisi che minaccia tutta Tamriel.
La trama principale, pur non rivoluzionaria, riesce a tenere alta la tensione, soprattutto grazie a missioni ben strutturate e momenti memorabili (il primo attraversamento di un portale di Oblivion resta iconico). Tuttavia, sono le missioni secondarie e le gilde – in particolare la Confraternita Oscura e la Gilda dei Ladri – a brillare per scrittura e originalità, con sviluppi narrativi spesso superiori a quelli della quest principale.
Gameplay
L'ossatura ludica di Oblivion riprende e perfeziona molte delle meccaniche viste in Morrowind, proponendo un sistema di crescita del personaggio flessibile, un ampio arsenale di abilità e incantesimi, e un mondo esplorabile in ogni direzione.
Tra le novità principali:
-
Sistema di combattimento in prima persona migliorato, seppur ancora legnoso in certi frangenti.
-
Livellamento dinamico dei nemici, una scelta controversa: da un lato garantisce una sfida costante, ma dall'altro rende frustrante la progressione del potere.
-
Dialoghi completamente doppiati, con attori del calibro di Patrick Stewart e Sean Bean, anche se la varietà delle voci è ridotta (chi dimentica gli iconici NPC tutte con la stessa voce?).
-
Intelligenza artificiale "Radiant AI", che prometteva un mondo vivo, ma si rivelò più limitata del previsto, con comportamenti spesso bizzarri o ripetitivi.
Grafica e Comparto Tecnico
Per l'epoca, Oblivion era uno spettacolo. Le foreste di Cyrodiil, le ombre dinamiche e le architetture imperiali offrivano un colpo d'occhio notevole. Tuttavia, il motore Gamebryo mostrava i suoi limiti: pop-in evidente, animazioni facciali grottesche e caricamenti frequenti.
Il vero tallone d'Achille, però, era l'interfaccia utente: pensata per console, risultava scomoda e poco intuitiva su PC, costringendo i giocatori più esigenti a ricorrere a numerose mod per migliorarla.
Audio e Colonna Sonora
La colonna sonora di Jeremy Soule è un vero gioiello, capace di evocare emozioni epiche e malinconiche con tracce come "Reign of the Septims". Gli effetti sonori, seppur buoni, tendono alla ripetitività, e il doppiaggio italiano – presente solo nei testi – è un'assenza che si fa sentire per chi non mastica bene l'inglese.
Modding e Longevità
Uno degli aspetti più amati da sempre è la vasta possibilità di personalizzazione tramite delle mod. Da miglioramenti grafici a quest completamente nuove, Oblivion ha vissuto una seconda giovinezza grazie alla comunità. Questo ha garantito al titolo una longevità fuori dal comune.
La durata base è già notevole: oltre 100 ore di contenuti tra missioni principali, secondarie, dungeon, e due espansioni di altissimo livello (Knights of the Nine e Shivering Isles).
Punti Positivi
-
✅ Mondo vasto e immersivo
-
✅ Narrativa eccellente nelle gilde
-
✅ Colonna sonora memorabile
-
✅ Libertà di esplorazione e personalizzazione
-
✅ Supporto mod incredibile su PC
Punti Negativi
-
❌ Sistema di livellamento frustrante
-
❌ NPC e dialoghi ripetitivi
-
❌ Interfaccia poco ergonomica
-
❌ Combattimento ancora acerbo
-
❌ Comparto tecnico oggi molto datato
Conclusione
The Elder Scrolls IV: Oblivion è stato, e resta, una pietra miliare del gioco di ruolo moderno. Nonostante gli anni e le inevitabili rughe tecniche, la sua capacità di immergere il giocatore in un mondo vasto, reattivo e narrativamente ricco resta intatta. È un titolo che ha segnato una generazione e che ha spianato la strada a colossi come Skyrim.
Chi riesce a sorvolare su alcune meccaniche invecchiate troverà ancora oggi in Oblivion un'esperienza RPG tra le più affascinanti mai create.
Voto Finale: 8.5 / 10
Un classico imperfetto ma indimenticabile. Una porta aperta su Tamriel che vale sempre la pena attraversare.
Commenti
Posta un commento