Giorgio "Power" Calandrelli all'Etna Comics 2025: Un'immersione tra Esports, passione e sapori siciliani
Il secondo giorno di Etna Comics 2025 ha visto sul palco dell'area Esports un ospite d'eccezione: Giorgio "Power" Calandrelli. L'evento, iniziato di venerdì in un'edizione "atipica" che vede il sabato come secondo giorno, ha già ospitato panel su doppiaggio e videogiochi. Calandrelli, accolto con un grande applauso, ha subito espresso il suo entusiasmo per l'arena Esports e per la fiera in generale, che lo ha "gasatissimo".
Un benvenuto siciliano e le prime impressioni su Catania
Questa è la prima volta di Giorgio a Catania e la seconda o terza volta in Sicilia. Ha raccontato di aver visitato la fiera "in incognito" già il giorno precedente, rimanendo "impressionato" dalla sua struttura. "Mi ricorda quando vai in questi vicoletti... le persone, i cosplayer, poi prendi i putti ed entri dentro e c'è l'area games e l'area videogames e poi la parte più comics," ha detto, apprezzando la varietà degli spazi.
Parlando della città di Catania, Calandrelli ha elogiato l'esperienza culinaria. Dopo aver gustato il pesce il giorno precedente, ha espresso il desiderio di provare arancini e carne di cavallo, un'affermazione che ha subito risuonato con il pubblico catanese. L'intervistatore ha confermato l'eccellenza della "rosticceria" locale e ha consigliato di assaggiare sia i carboidrati che il pesce, suggerendo un "giro carne" per completare l'esperienza. Giorgio ha concluso che "devo ritornare allora per forza," scherzando sulla necessità di nuove visite per assaporare tutte le delizie locali.
Dalla carriera di giocatore professionista alla presidenza di Novo Esport
Calandrelli ha poi condiviso dettagli significativi sulla sua evoluzione professionale. Ha rivelato di aver smesso di essere un giocatore professionista cinque anni fa, nel 2020, poco prima della pandemia. La sua decisione era dettata dal desiderio di dedicarsi alla "content creation" e, soprattutto, dalla convinzione che fosse giusto lasciare spazio alle nuove generazioni di talenti nel mondo degli esport.
Inizialmente, il suo sogno era gestire la parte sportiva dei Fnatic, data la loro crescita in Italia durante il suo periodo con Fortnite. Tuttavia, con i cambiamenti nel mondo degli esport, che si sta spostando sempre più verso il Medio Oriente e l'Asia, questo progetto non si è concretizzato. Due anni fa, ha deciso di chiudere il suo contratto con Fnatic per intraprendere un'esperienza completamente nuova: non come content creator, ma come uno dei presidenti e CEO di Novo Esport, una squadra sportiva italiana di cui ha acquisito delle quote.
"Volevo creare una squadra italiana, volevo elevare quelli che sono i giocatori italiani, giovani e non, ma anche esplorare, diciamo, con esperienze miste europee che secondo me possono dare molto aiuto ai giocatori," ha spiegato. Ha ricordato come la sua stessa crescita come giocatore sia avvenuta a contatto con squadre internazionali europee, dove ha imparato da atleti di Francia, Germania, Olanda e Spagna, nazioni considerate leader nel campo esportivo.
Il mindset e il riconoscimento degli Esports: l'esempio francese
Calandrelli ha sottolineato la differenza nel "mindset" e nella cultura tra i giocatori italiani e quelli di altri paesi europei, in particolare quelli scandinavi, dove il boom degli esports ha portato a una diversa percezione della professione.
Ha citato un esempio illuminante dalla Francia: una legge che riconosce crediti scolastici per gli studenti delle scuole superiori che giocano a livello semiprofessionistico o professionistico. Questa iniziativa governativa mira a incentivare gli esports e a contrastare l'idea che giocare ai videogiochi sia una perdita di tempo. La Francia, ha evidenziato Calandrelli, è diventata una delle nazioni leader negli esports in Europa, grazie anche a team come Karmine Corp (per League of Legends) e Vitality.
Con i suoi 32 anni, quasi 33, Giorgio ha visto troppi giocatori talentuosi non riuscire a sfondare nel mondo degli esports per mancanza di opportunità o a causa di un singolo torneo andato male, dovendo poi tornare a una vita "normale" tra studio e lavoro. Per questo, attraverso Novo Esport e altre iniziative, sta lottando per far "muovere questo mondo anche in Italia", dialogando persino con la Camera dei Deputati per un maggiore riconoscimento e supporto degli esports a livello nazionale.
Giorgio Calandrelli e il futuro degli Esports
Giorgio "Power" Calandrelli, durante l'Etna Comics, ha approfondito il suo punto di vista sul mondo degli esports, partendo dal successo della Francia in questo settore. Ha evidenziato come la Francia sia diventata un epicentro per eventi globali di videogiochi come i Worlds di League of Legends e il Major di Valorant, attirando turismo e investimenti per periodi prolungati. Questo successo, però, porta con sé una tendenza verso il "franchise" che, secondo Calandrelli, sta "uccidendo un pochino l'esports".
Ha spiegato come, in passato, un giocatore senza sponsor potesse accedere ai tornei internazionali mettendo da parte i soldi per viaggiare, avendo così l'opportunità di sfidare i migliori. Ha raccontato la sua storia personale: a 18 anni, lui e la sua squadra, sconosciuti e partendo dalle ultime posizioni, sconfissero i campioni del mondo, generando scalpore e attirando l'attenzione di sponsor. Questo creava le cosiddette "Cinderella Story", storie di underdog che arrivavano in cima, un elemento di fascino e ispirazione per pubblico e giocatori. Con il modello a "franchise", invece, gli investitori acquistano slot per milioni, rendendo quasi impossibile per i nuovi talenti emergere senza essere notati, limitando così le opportunità di allenamento e crescita.
Calandrelli ha poi illustrato come la sua posizione di presidente di Novo Esport gli permetta di influenzare il settore. Ha menzionato l'annuncio del team di Warzone per le Esport World Cup e l'espansione in giochi come Pokémon, un'area che genera grandi introiti e offre qualifiche "Open" che permettono ai giocatori di salire di livello. L'obiettivo di Novo è supportare i giocatori non solo meccanicamente, ma anche a livello umano, fornendo coach e opportunità di crescita. Ha espresso la sua soddisfazione nel vedere giocatori, anche dopo aver lasciato Novo per opportunità maggiori, ricordare il percorso fatto insieme. Questo approccio umano mira a dare ai giocatori il "quello sprint in più" per raggiungere l'eccellenza.
L'esperienza in Novo sta influenzando anche la sua carriera da streamer, spingendolo a seguire le sue squadre e a incoraggiare i suoi follower a esplorare diversi giochi. Sostiene che non si dovrebbe "pensare di giocare a un gioco per tutta la vita", poiché molti titoli hanno cicli di vita limitati negli Esports. Le abilità acquisite in un gioco sono trasferibili ad altri, e i giocatori non partono mai da zero grazie all'esperienza accumulata. Il suo ruolo in Novo non è quello di content creator, ma di figura leader che offre supporto diretto e trasparenza ai giocatori, fungendo da ponte tra loro e la direzione.
Ha concluso con l'esempio del team di Valorant di Novo Esport: dopo la chiusura della lega italiana, i giocatori temevano per i loro contratti. Calandrelli ha promesso che avrebbe fatto il possibile per farli giocare nella lega spagnola, di livello superiore. Nonostante le difficoltà e senza poter fare promesse certe, la squadra è stata infine invitata come "wildcard" al WCM Rising. Questa storia evidenzia il suo impegno nel dare sicurezza e opportunità ai giocatori, lottando per la loro crescita professionale in un mondo degli esports in continua evoluzione.
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